sabato 8 luglio 2017



Di Fabrizio Federici
A cura di Emiliano Federico Caruso

Al Senato, il consorzio Mediterrae affronta i legami tra cambiamenti climatici, migrazioni e debito del Terzo mondo.

Presso la sala Zuccari del Senato (Palazzo Giustiniani) si è tenuto il convegno internazionale sul tema Politiche efficaci per evitare migrazioni climatiche di massa ed eradicare il debito dei paesi poveri, compensando con il loro credito climatico organizzato dal consorzio Mediterrae, associazione no-profit che realizza progetti di rilievo sociale, ambientale ed umanitario e che si è già distinta, nei mesi scorsi, per la difesa degli ulivi pugliesi. In collaborazione con il Rotary club, l'Inner Wheel (associazione femminile fortemente legata al Rotary) e l'I.I.E.E. (International Institute of Strategic Researches, ente intergovernativo nato in Brasile. I lavori si sono aperti con la lettura di una lettera di saluto da parte del professor Santo Mancuso, presidente mondiale dell'I.I.E.E.

Tema complesso Che in questo convegno affontiamo ha spiegato in apertura l'ing. Roberto De Pascalis, presidente del consorzio guardando soprattutto al rapporto tra migrazioni legate anche ai mutamenti climatici e debito del Terzo mondo.

Rapporto di che tipo? Oggi, il peggioramento mondiale delle condizioni climatiche ambientali ha proseguito de Pascalis, indicando con ciò l'effetto serra, lo scioglimento dei ghiacciai eccetera può concorrere a incrementare l'emigrazione dal sud verso il nord del mondo. Peggiorando la situazione che già vediamo in Italia e in altri paesi d'accoglienza. Da qui l'idea, che lanciamo, di utilizzare da un lato finalmente gli ingenti fondi che l'ONU ha a disposizione per riparare ai cambiamenti climatici, dall'altro di proporre una rinegoziazione dei debiti dei paesi poveri, mediante la compensazione tra il loro Credito ecologico (ovvero la quantificazione dei danni ambientali e climatici che spesso hanno subito, per decenni, a causa dello sviluppo forsennato di altri paesi. Come nel caso del Burundi, a suo tempo dominato dalle dominazioni rapaci di Belgio e Germania) e il loro debito con l'estero.

Questa, e altre proposte concrete, che abbiamo già inoltrato a vari ministri, anzitutto a quelli dell'Interno, permetterebbero di varare una strategia di aiuto ai paesi poveri, che abbiamo dovere di aiutare, rendendo in ultimo superflua l'emigrazione verso paesi più ricchi

Nell'enciclica Laudato si, Papa Francesco ha sottolineato il professor Raffaele Coppola, avvocato della Santa sede si sofferma molto sui problemi ambientali, ma anche su quelli sociali, rilevando come il debito dei paesi del Terzo mondo è divenuto ormai un inquietante mezzo di controllo politico del sud del pianeta da parte del nord. I gruppi più o meno occulti di potere esoterico-finanziario, poi, peggiorano gravemente la situazione (oggi oltre la metà del denaro circolante nel mondo è in mano a 12 plutocrati). Ma l'Italia potrebbe giocare un ruolo rilevante nel cambiare questa situazione se il Governo, con l'auspicabile appoggio della Santa sede, si decidesse a promuovere (come previsto proprio da una legge della Repubblica, la n. 209 del 2000: Misure per la riduzione del debito estero) la richiesta alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja di pronunciarsi sulla legittimità delle attuali norme internazionali regolanti il debito del Terzo mondo.

Natalino Ventrella, amministratore delegato del consorzio Mediterrae, richiamata l'attenzione sul pericolo (L'osservatore romano, dicembre 2016) che, da qui al 2050, il surriscaldamento globale produca 350 milioni di migranti, ha illustrato la proposta di realizzare, con i fondi per i cambiamenti climatici stanziati dalla Cop 21, la Conferenza ONU di Parigi dell'autunno 2015, peraltro ancora priva di potere coercitivo verso gli stati, una catena di villaggi produttivi standard sperimentali (VPSS) autosufficienti dal punto di vista economico e idrico nei paesi più poveri del mondo (Burundi, Guinea Bissau, Uganda). In questo conivolgendo gradualmente le principali organizzazioni mondiali (FAO, Banca mondiale, FMI, BCE eccetera) e puntando a realizzare, entro 60 anni, 12 mila villaggi sostenibili, dediti soprattutto ad agricoltura, zootecnia e attività connesse.

Lucio Barani, senatore membro di varie commissioni parlamentari, già sindaco di Aulla e Villafranca in Lunigiana (Massa Carrara), ha evidenziato lo stato di grave impreparazione, su questi temi, delle forze politiche e dello stesso apparato statale.

L'ing. Francesco Palmisano, collaboratore del consorzio Mediterrae, ha citato le proposte, per attuare gli obiettivi previsti da Parigi 2015, di un piano strategico nazionale per il contrasto dei cambiamenti climatici e di una vera e propria Task force in difesa del clima e dell'ambiente, che possa avvalersi dello strumento militare, come previsto anche dalla relativa direttiva europea, per applicare le scelte del piano strategico.


Ha fatto seguito, in ultimo, una degustazione di tipici prodotti mediterranei, tra pane, mozzarelle e vino, offerta da imprese pugliesi: da La bufalina DOP di Bitonto, al frantoio oleario Fratelli Santorio S.R.L. fino all'azienda vinicola Terra del guercio.

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