Conferenza del consorzio Mediterrae in Senato
Di Fabrizio Federici
A cura di Emiliano Federico Caruso
Al Senato, il consorzio Mediterrae
affronta i legami tra cambiamenti climatici, migrazioni e debito del Terzo
mondo.
Presso la sala Zuccari del
Senato (Palazzo Giustiniani) si è tenuto il convegno internazionale sul tema “Politiche
efficaci per evitare migrazioni climatiche di massa ed eradicare il debito dei
paesi poveri, compensando con il loro credito climatico” organizzato dal consorzio Mediterrae, associazione no-profit che realizza progetti di rilievo
sociale, ambientale ed umanitario e che si è già distinta, nei mesi scorsi,
per la difesa degli ulivi pugliesi. In collaborazione con il Rotary club,
l'Inner Wheel (associazione femminile fortemente legata al Rotary) e l'I.I.E.E.
(International Institute of Strategic Researches, ente intergovernativo nato in
Brasile. I lavori si sono aperti con la lettura di una lettera di saluto da
parte del professor Santo Mancuso, presidente mondiale dell'I.I.E.E.
Tema complesso “Che in questo
convegno affontiamo” ha spiegato in apertura
l'ing. Roberto De Pascalis, presidente del consorzio “guardando soprattutto
al rapporto tra migrazioni legate anche ai mutamenti climatici e debito del
Terzo mondo”.
Rapporto di che tipo? “Oggi, il
peggioramento mondiale delle condizioni climatiche ambientali” ha proseguito de Pascalis, indicando con ciò l'effetto serra, lo scioglimento dei ghiacciai
eccetera “può concorrere a
incrementare l'emigrazione dal sud verso il nord del mondo. Peggiorando la
situazione che già vediamo in
Italia e in altri paesi d'accoglienza. Da qui l'idea, che lanciamo, di
utilizzare da un lato finalmente gli ingenti fondi che l'ONU ha a disposizione
per riparare ai cambiamenti climatici, dall'altro di proporre una
rinegoziazione dei debiti dei paesi poveri, mediante la compensazione tra il
loro Credito ecologico (ovvero la quantificazione dei danni ambientali e climatici che spesso
hanno subito, per decenni, a causa dello sviluppo forsennato di altri paesi.
Come nel caso del Burundi, a suo tempo dominato dalle dominazioni rapaci di
Belgio e Germania) e il loro debito con
l'estero”.
“Questa, e
altre proposte concrete, che abbiamo già inoltrato a vari ministri, anzitutto a quelli dell'Interno,
permetterebbero di varare una strategia di aiuto ai paesi poveri, che abbiamo
dovere di aiutare, rendendo in ultimo superflua l'emigrazione verso paesi più ricchi”
“Nell'enciclica
Laudato si, Papa Francesco” ha sottolineato il
professor Raffaele Coppola, avvocato della Santa sede “si sofferma
molto sui problemi ambientali, ma anche su quelli sociali, rilevando come il
debito dei paesi del Terzo mondo è divenuto
ormai un inquietante mezzo di controllo politico del sud del pianeta da parte
del nord. I gruppi più o meno
occulti di potere esoterico-finanziario, poi, peggiorano gravemente la
situazione
(oggi oltre la metà del denaro circolante nel
mondo è in mano a 12 plutocrati). Ma l'Italia potrebbe giocare un ruolo
rilevante nel cambiare questa situazione se il Governo, con l'auspicabile
appoggio della Santa sede, si decidesse a promuovere (come previsto proprio
da una legge della Repubblica, la n. 209 del 2000: “Misure per la riduzione del debito estero”) la richiesta
alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja di pronunciarsi sulla
legittimità delle attuali
norme internazionali regolanti il debito del Terzo mondo”.
Natalino Ventrella,
amministratore delegato del consorzio Mediterrae,
richiamata l'attenzione sul pericolo (“L'osservatore romano”, dicembre 2016) che, da qui
al 2050, il surriscaldamento globale produca 350 milioni di migranti, ha
illustrato la proposta di realizzare, con i fondi per i cambiamenti climatici
stanziati dalla Cop 21, la Conferenza ONU di Parigi dell'autunno 2015, peraltro
ancora priva di potere coercitivo verso gli stati, una catena di villaggi
produttivi standard sperimentali (VPSS) autosufficienti dal punto di vista
economico e idrico nei paesi più poveri del mondo (Burundi,
Guinea Bissau, Uganda). In questo conivolgendo gradualmente le principali
organizzazioni mondiali (FAO, Banca mondiale, FMI, BCE eccetera) e puntando a
realizzare, entro 60 anni, 12 mila villaggi sostenibili, dediti soprattutto ad
agricoltura, zootecnia e attività connesse.
Lucio Barani, senatore
membro di varie commissioni parlamentari, già sindaco di Aulla e Villafranca in Lunigiana (Massa Carrara), ha
evidenziato lo stato di grave impreparazione, su questi temi, delle forze
politiche e dello stesso apparato statale.
L'ing. Francesco Palmisano,
collaboratore del consorzio Mediterrae,
ha citato le proposte, per attuare gli obiettivi previsti da Parigi 2015, di un
piano strategico nazionale per il contrasto dei cambiamenti climatici e di una
vera e propria “Task force in difesa del clima e dell'ambiente”, che possa avvalersi dello strumento militare, come
previsto anche dalla relativa direttiva europea, per applicare le scelte del
piano strategico.
Ha fatto seguito, in ultimo,
una degustazione di tipici prodotti mediterranei, tra pane, mozzarelle e vino,
offerta da imprese pugliesi: da “La bufalina DOP” di Bitonto, al frantoio oleario “Fratelli
Santorio S.R.L.” fino all'azienda vinicola “Terra del
guercio”.
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