Una
scultura di Guasca nella piazza del Comune di Assisi
L’ANPEFSS CULTURA E SPORT, Ente
Nazionale di Formazione per i docenti ed i dirigenti scolastici, qualificato
dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, in occasione del
Centenario della I Guerra Mondiale, ha voluto dare un forte segno del suo
impegno pluridecennale nello stimolare la convivenza tra i giovani e nel
rafforzare la pace tra i popoli di diverse etnie e religioni, con una donazione
al Comune di Assisi, città mondiale della pace.
Donazione
che si è concretizzata nella scultura
dal titolo “L’uomo contro se stesso”. Significativo il titolo che rimarca
il concetto di follia della guerra, e di quanto sia importante il valore della
pace che si prefigura sempre più necessaria con il divenire della nostra
quotidianità.
L’ANPEFSS
ha inteso, con questa importante e significativa opera scultorea, posta proprio
nel luogo simbolo della pace e fratellanza tra i popoli, concretizzare e
indicare a tutti l’impegno da sempre profuso per quella formazione dei giovani , che deve sempre
basarsi sull’accettazione e sul dialogo con l’altro,ripudiando ogni tipologia
di odio e di guerra .
La
scultura è stata inaugurata e posizionata nella piazza del Comune di Assisi.
L’opera
bronzea, di straordinaria finezza esecutiva è opera dell’artista romana Guasca che, pur essendo laureata
in storia dell’arte alla Sapienza, è nota soprattutto per le sue opere
scultoree dove è preminente la figura umana, frutto del suo ricco curriculum di
studi accademici(Scuola Arti e Mestieri S. Giacomo di Roma, Accademia Belle
Arti di Roma – Scuola Libera del Nudo, Scuola Internazionale Arti Visive di
Venezia, etc.). La scultura “L’uomo
contro se stesso” si
raffigura negli stilemi, ormai noti, che
connotano l’ arte plastica dell’artista
romana; è dell’altezza complessiva di circa 2 mt, eretta su di un supporto in pietra rosa del Subasio che
ne completa la valenza atemporale del suo messaggio olistico, in un connubio
tra passato e presente, tra opera dell’uomo e opera della Terra. L’abilità
tecnica di Guasca è evidente in
quest’opera dove alla morbidezza delle linee si unisce una chiara incisività
espressiva che diventa virtuosismo nella resa della superficie, lasciando trasparire
la mano delicata ma decisa del suo autore. L’opera si esplicita nella
raffigurazione di un volto che, aprendosi, lascia intravedere la sua
interiorità dove emerge il volto di un “altro”
rimandando l’osservatore a considerazioni profonde che attingono il loro humus alle radici dell’essere umano, alla
sua ancestralità, alla sua origine primigenia. Abbiamo, quindi, a che fare con
due volti, due figure che sono nello stesso nucleo fisico. Una è frontale e potrebbe
guardare verso lo spettatore ma i suoi occhi sono misteriosi, non si capisce
bene dove stanno guardando, forse verso un mondo lontano? Un mondo sconosciuto? un mondo siderale? L’altro è un volto dalle sembianze più mature, una figura
rassicurante. Ma chi sono? Che relazione hanno tra di loro? Cosa rappresentano
e soprattutto, cosa vogliono che noi comprendiamo?
Questa
è un opera che non va solo guardata per la sua figurazione nel “..mi piace” o “..non mi piace” ma è un’opera che va letta , un opera dove
l’osservatore non è più un semplice spettatore ma ne diventa un fruitore che assume un ruolo
più attivo nella relazione con essa, consapevole della funzione etica
dell’arte.
Quest’opera
ci invita a riflettere e ci apre ad un dialogo armonioso, ad un legame di pace
tra noi e “l’altro”.
Giorgio Guatelli
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